UN BICCHIERE BLU
Vincitore del Premio Teatrale Laura Casadonte 2016
TRAMA
Emma ha 27 anni, lavora come cassiera in un supermercato e da sempre sogna di fare la stilista di moda. Alberto ha 30 anni, lavora come cameriere in un bar, scrive racconti e ha deciso di scrivere il suo primo romanzo. Emma e Alberto hanno una storia travagliata, fatta di routine e compromessi con i loro sogni. Emma ha provato ad entrare nell’Accademia di moda di Milano ma ha fallito, ed ha deciso di andare a convivere con Alberto. Il 19 dicembre 2015 Emma si sveglia e non riconosce Alberto: ha dimenticato gli ultimi otto anni di vita. Cosa faremmo se una mattina ci svegliassimo in un letto che non è il nostro, in una casa mai vista prima, vicino ad un bambino sconosciuto che dice di essere nostro figlio? È ciò che è successo nel 2008 a Naomi Jacobs, trentaduenne inglese, divorziata e senza lavoro, che una mattina ha dimenticato gli ultimi 17 anni di vita. Era come aver viaggiato nel futuro. Un futuro terribile, perché di tutti i sogni che aveva da quindicenne in quella vita non c’era traccia. Da questo articolo letto per caso, abbiamo cominciato a chiederci come può essere confrontare, a distanza di una notte, due vite temporalmente così lontane fra loro. Abbiamo cominciato a chiederci cosa avremmo fatto noi, e la risposta è stata questo testo. Il 19 dicembre 2015, Emma si sveglia accanto ad Alberto, il ragazzo con cui convive da anni, e non lo riconosce. Sviluppando la storia, ciò che ci interessava sempre di più non era tanto fare una ricostruzione clinica attendibile dell’amnesia, quanto rispondere ad un semplice quesito: non è forse questa l’opportunità che tutti, metaforicamente, abbiamo desiderato almeno una volta? Cancellare gli anni dei compromessi con l’età adulta e ripartire con l’incoscienza di un adolescente. Dimenticare, per ricordare da dove siamo partiti. Giudicare, con i nostri occhi di un tempo, ciò che siamo diventati. Questa storia si rivolge principalmente alla nostra generazione, quella dei trentenni italiani, che di compromessi con i propri sogni ha dovuto farne molti e spesso senza accorgersene. Si rivolge a chi si è ritrovato adulto e non ha capito quando è successo, a chi si sente continuamente spezzato tra chi vorrebbe essere e chi è davvero. E anche a chi ha già trovato le proprie soluzioni, e le difende con orgoglio, perché è così che va la vita, e non serve guardarsi indietro.
DURATA 75 minuti
COMPAGNIA TEATRALE “LA RIBALTA TEATRO”, PISA
La Ribalta Teatro, compagnia fondata da Alberto Ierardi e Giorgio Vierda, attori diplomati alla Civica Accademia Nico Pepe di Udine. Dal loro linguaggio, canzonatorio ed irriverente, nascono ai primi spettacoli (“Libera uscita”, “In religioso silenzio”), drammaturgie inedite sviluppate grazie alla conoscenza della commedia dell’arte e della tecnica del clown. Al Teatro Lux di Pisa Vierda e Ierardi incontrano e iniziano a mescolare le loro competenze con quelle di Marta Paganelli, attrice pisana formatasi all’Accademia Silvio D’Amico e autrice di due spettacoli, e di Salvatore Zappia, scrittore e drammaturgo.
Da un’idea di Salvatore Zappia e Marta Paganelli
Drammaturgia di Salvatore Zappia
Regia di Alberto Ierardi
Con Marta Paganelli, Giorgio Vierda, Luca Oldani, Lucia Rea